martedì 27 gennaio 2015

27 gennaio 2015

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

2 commenti:

  1. Non sono più sicure le nostre case e le parole vengono processate. Come abbiamo fatto, si chiedeva Levi, a non capire subito quel che stava succedendo? Come facciamo noi, ancora, a non capire che ogni giorno ci restringono dentro confini dai quali non riusciremo facilmente a liberarci.

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    1. E meno male che abbiamo la mente che può volare ...

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