venerdì 23 dicembre 2011

giovedì 15 dicembre 2011

Andrea Bocelli - Concerto - One Night in Central Park
Firenze la mia città in lutto.

Sono morti due ragazzi: Mor e Modou. Non erano due senegalesi. Erano due persone. Come me e come te.


giovedì 8 dicembre 2011

Pablo Neruda

Il tuo sorriso



Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l'aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.
Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l'acqua che d'improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d'argento che ti nasce.
Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d'aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.
Amor mio, nell'ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d'improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.
Vicino al mare, d'autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.
Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell'isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l'aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.

domenica 27 novembre 2011

lunedì 21 novembre 2011

Sempre in apnea ma con respiri un po' più regolari

BOCCONI DI NORMALITA'

Si leggono inni assai poco sobri alla sobrietà di questo governo di bocconiani, politecnici e larga Intesa. Sobrietà sembra il nome con cui, dopo un ventennio di villaggio-vacanze, abbiamo deciso di ribattezzare la normalità. Un Paese che in questi anni avesse avuto una classe politica decente non avrebbe avuto bisogno di ricorrere ai sacerdoti del Capitale. Di sicuro un Paese siffatto non considererebbe Monti un uomo sobrio, ma semplicemente uno normale. Perché è normale che un primo ministro abbia il fascino di un sindaco dell’Engadina: mica deve fare l’imbonitore o la rockstar. Che dopo il lavoro vada a vedersi una mostra pagando il biglietto, invece di aprire la porta di casa a prostitute e ricattatori. Che i ministri del governo italiano vestano abiti italiani (preferibilmente scuri) e viaggino su auto italiane (preferibilmente scure). Che non regalino slogan ai giornali e spunti alla satira, che non parlino di calcio e di donne, non raccontino metafore sui leopardi smacchiati, non inciampino sui congiuntivi alla molisana e non mostrino il dito medio a favore di telecamera.

Insomma, dovrebbe essere considerato normale che chi ci governa non sia proprio uno di noi, ma uno meglio di noi. Che un borghese del Nord-Ovest, e in questo governo ce ne sono parecchi, sia una persona seria e magari noiosa, ma non una macchietta. La delega alle barzellette va tolta ai governanti e restituita ai legittimi titolari: i frequentatori dei bar. Anche questa, in fondo, è democrazia.



da Buongiorno di M. Gramellini - La Stampa

martedì 15 novembre 2011

E' tardi ...

sono accadute tante cose dall'ultimo post.

Oggi da Corrado Augias, hanno presentato un libro. Nei prossimi giorni lo compro.


L'eclissi della borghesia, Antonio Galdo e Giuseppe De Rita

domenica 23 ottobre 2011

Dimostrazioni di affetto


Ci sono tanti modi di esprimere affetto: baci, abbracci, parole affettuose, e il tempo dedicato a creare una card. Grazie Sari, ti voglio bene.

Arcangela

giovedì 20 ottobre 2011

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.

 
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti,
e io non dissi niente, perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare.


(B. Brecht)



mercoledì 5 ottobre 2011

sabato 24 settembre 2011

Settembre

Per me l'anno inizia a Settembre, con i primi cambiamenti si apre il nuovo anno.
Comincio a fantasticare sulle prossime feste, ricomincio a cercare nuove immagini per i miei quadri, non mi fa fatica saltare da un mezzo ad un altro (non ho la macchina), per raggiungere i posti anche più lontani. Leggo ogni recensione teatrale possibile per poi non andarci ma non importa. Ecc. ecc.

mercoledì 21 settembre 2011

EVASIONE FISCALE

Lo spot che ci propinano da qualche giorno mi fa solo ridere.

Escludendo i grandi evasori, ognuno di noi nel nostro piccolo contribuisce suo malgrado a far aumentare sempre di più l'evasione. E lo fa proprio perchè nelle tasche ci sono sempre meno soldi.

Divido in tre categorie:
* disoccupato o in pensione
** secondo lavoro
$$$ azienda

Per esempio, questa settimana:

*pedicure a casa per la mamma, ricevuta ZERO
*punture a domicilio, ricevuta ZERO

**riparazione acquaio in cucina, ricevuta ZERO

$$$pulizie straordinarie, ricevuta ZERO
$$$riparazione serranda, ricevuta ZERO
$$$imbiancatura ingresso, ricevuta ZERO
$$$montaggio tende a pacchetto, ricevuta ZERO

E potrei continuare all'infinito, chi di noi non si è trovato di fronte a questi "professionisti"?

Escludendo la categoria del secondo lavoro, dove sai benissimo che non gli puoi chiedere la ricevuta, perchè la prima (*) è così sfacciata? E magari chiede anche contributi sociali, per andare avanti.

Per la terza ($$$) provo molta rabbia, perchè l'arroganza di questa categoria è veramente dilagante.

Fino a che non arriveremo ad avere la possibilità di scaricare ogni spesa, non sarà mai possibile evitare l'evasione.

Solo che loro riusciranno sempre a pagare tutte le bollette/affitti/mutui e magari farsi anche una settimana in ferie e noi ...?

martedì 13 settembre 2011

Sentimenti

A mio Padre e a mio Fratello, destini simili

" "Tu che aiuti uno che è visto dagli altri ma non vede, possa riavere l'aiuto di colui che tutto vede e da nessuno è visto." "

A mia Madre, sempre roccia

" "Nessuno ha torto, Miriam. Il fatto è che tu sei la più speciale eccezione e loro non hanno cuore sufficiente per intenderla e giudicarla. E' una faccenda che ha bisogno di amore a prima vista, mentre loro s'ingarbugliano sui codici, le usanze. Per loro tu sei pietra d'inciampo, per me sei la pietra angolare da cui inizia la casa."
Iosef con il suo esempio prova a spiegare l'amore alla legge.
"Da dove prendi la forza di stare da solo contro tutti, Iosef?"
"Da te", risponde." "


Tratto da >>>>> IN NOME DELLA MADRE - Erri De Luca<<<<<

venerdì 2 settembre 2011

Riflessione ...

La gratitudine è soltanto l'attesa di nuovi favori


(Francois de La Rochefoucauld)

lunedì 29 agosto 2011

Parole di una carissima e preziosa persona

Non penso a quel che sarà, la mia politica attuale è di godere di quel che c'è... se pensassi altrimenti mi rovinerei l'oggi.

Grazie Rina!!!


venerdì 26 agosto 2011

giovedì 25 agosto 2011

NON C'E' NESSUNA CRISI - La parabola del contadino e dello speculatore


Un contadino ha un campo di grano e produce pasta e pane. Un secondo contadino ha un frutteto. Un allevatore ha un gregge di pecore e produce latte e formaggi. Un artigiano realizza mobili in legno, un altro fila la lana e tesse indumenti.
 
Quello che ha il pane ne scambia una parte con il formaggio dell'allevatore e con i maglioni del secondo artigiano. Quello che ha la frutta ne scambia un po' con un tavolo e quattro sedie, e con qualche chilo di pasta. Ognuno produce qualcosa e tutti hanno le cose essenziali per vivere. La natura, del resto, nel medio termine si può considerare prevedibile: se un anno c'è meno frutta, l'anno dopo ce ne sarà di più.
Arriva uno speculatore che, promettendo di scambiare nuovi beni, si prende un po' di pane, un po' di frutta, un po' di latte e un po' di formaggio. Non restandone più a sufficienza per tutti, scambia quello che ha preso con chi ne ha bisogno ma, data la scarsità di beni che ne deriva, pretende da ciascuno un corrispettivo maggiore di indumenti, di sedie, di pane, di formaggio... Se l'allevatore, mettiamo, non riesce a far fronte alle richieste, perché non dispone di risorse sufficienti a coprire l'aumento artificiale del fabbisogno, lo speculatore gli concede lo stesso il pane e tutto il resto, ma lo impegna a versare l'ammanco ipotecando il formaggio che non è ancora stato prodotto. Lo indebita.
Arriva un secondo speculatore e si prende la restante parte della produzione locale. I contadini, gli artigiani e l'allevatore accettano, perché hanno bisogno di compensare la carestia indotta, cercando di produrre di più e di entrare subito in possesso di ciò che viene improvvisamente loro a mancare.
A questo punto, tutti i beni disponibili sono nelle mani dei due speculatori, i quali sono liberi di decidere come, a chi e per quanto scambiarli. Fanno i prezzi, esigono sempre di più e indebitano progressivamente i contadini, gli artigiani e l'allevatore che ora non producono più per vivere, ma vivono per produrre una quantità sufficiente, sempre maggiore, di cibo e di beni, che possa soddisfare le richieste degli speculatori.

Con l'arrivo di un terzo speculatore, proveniente da terre lontane, che a sua volta ha indebitato altri artigiani, altri allevatori e altri contadini, i tre iniziano a riunirsi periodicamente per scambiarsi i debiti dei produttori, scommettendo sulla loro capacità di ripagarli con perseveranza, senza morire di inedia. Senza fallire.

Quando gli speculatori, tra di loro, esagerano con le speculazioni, scommettendo sulla capacità di ripianare il debito di un allevatore che muore di infarto, per esempio a causa dell'eccessivo lavoro, perdono parte dei loro crediti, che poi sono i debiti di chi produce i beni reali. Così dichiarano ufficialmente l'apertura della crisi. Lo stato di crisi, dicono, richiede ai contadini di produrre più grano e più frutta, agli allevatori di produrre più latte, agli artigiani di fabbricare più tavoli e più indumenti e così via. Altrimenti verrà loro richiesto di saldare i loro debiti immediatamente, e poiché è chiaro che non possono farlo, le loro fattorie verranno espropriate, i loro allevamenti confiscati, e moriranno di fame.

Ma la crisi non è dei contadini, che continuano a produrre il grano e la frutta che producevano all'inizio. Non è degli allevatori, che hanno sempre lo stesso numero di pecore, anzi di più, e dunque producono la stessa quantità di formaggi e di latte. Non è di chi fabbrica i mobili sempre alla stessa maniera, né di chi tesse indumenti esattamente come faceva una volta. No: sono gli speculatori ad essere in crisi, non i produttori. E' il loro meccanismo di inflazione programmata dei prezzi per i beni di prima necessità ad essersi gonfiato fino ad esplodere. La loro ingordigia, il loro universo artificiale, il mondo parallelo e immaginario che hanno costruito accanto a quello reale: è tutto e solo questo ad essere andato in crisi.

Finì che i contadini, gli allevatori e gli artigiani mandarono affanculo gli speculatori e ricominciarono a scambiarsi il pane, il latte, il formaggio, i mobili e i vestiti tra di loro, lasciando gli speculatori al loro meritato destino.

mercoledì 24 agosto 2011

sabato 20 agosto 2011

Blog


Devo imparare un sacco di cose per utilizzare il blog ... con calma ... appena passato 'sto caldo, mi farò aiutare dalla mia dolce Sari.


martedì 16 agosto 2011

sabato 13 agosto 2011

giovedì 11 agosto 2011

Il 5 è stato il mio compleanno e la mia amica Sari mi ha fatto questo regalo.
Sarina ha un blog speciale se avete voglia andate a vederlo: http://vocedivento.blogspot.com/

Iris & Libellule: Mercati finanziari .

E' interessante quello che scrive Vitamina!!!
Iris & Libellule: Mercati finanziari .

Buon giorno!

Ho letto che a Parma volevano cambiare il nome di una piazza: da Borsellino e Falcone a Sandra Mondaini e Raimondo Vianello. Con tutto il rispetto dei Signori Vianello, mi è salito il sangue al cervello. Come si fa solo a pensarlo? Oggi alla radio, hanno detto che con le proteste dei cittadini ci hanno ripensato.

Meno male!!!

martedì 9 agosto 2011

Quanto tempo è passato ...

E' passato del tempo, le piante sono cresciute, le ho trapiantate e ho letto tutto il libro della Dandini.

Neve e sole




domenica 23 gennaio 2011

La Città futura - Antonio Gramsci 1917, Einaudi

Odio gli indifferenti. Credo che "vivere vuol dire essere partigiani". Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita.
Perciò odio gli indifferenti. L'indifferenza è il peso morto della storia.
L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; e ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che si ribella all'intelligenza e la strozza. Ciò che succede non è tanto dovuto all'iniziativa dei pochi che operano, quanto all'indifferenza, all'assenteismo dei molti. Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare.
La fatalità che sembra dominare la storia non è altro appunto che apparenza illusoria di questa indifferenza, di questo assenteismo. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: "se avessi anch'io fatto il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, il mio consiglio, sarebbe successo ciò che è successo?"
Ma nessuno o pochi si fanno una colpa della loro indifferenza, del loro scetticismo, del non aver dato il loro braccio e la loro attività a quei gruppi di cittadini che, appunto per evitare quel tal male, combattevano, di procurare quel tal bene si proponevano.
Odio gli indifferenti anche perché mi dà noia il loro piagnisteo di eterni innocenti.
Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti."

"Buon compleanno Mamma"

giovedì 6 gennaio 2011