giovedì 14 gennaio 2016

Cosa dovrei scrivere?

Le mie inquietudini? No.
Le mie speranze? No.
Quello che succede intorno a me. No.

Un tuffo nel passato. Si.

E allora cerco una filastrocca che mi cantava Nonna Bianca, tenendomi sulle ginocchia e buttandomi giù ad ogni strofa.


Staccia buratta,
gattino della gatta;
la gatta va al mulino,
a far lo stiacciatino,
col pepe,
col sale,
con la pipì del cane.






2 commenti:

  1. La filastrocca è molto carina e immagino come tu possa avere riso forte quando nonna Bianca fingeva di lasciarti cadere.
    E' facile il passato, prossimo o remoto che sia... non presenta sorprese e ci possiamo sguazzare dentro, con o senza problemi. Meno facile è il futuro ma anche quello possiamo immaginarlo a forgiarlo, anche spericolatamente.
    E' il presente a pungolare, insistente e pressante.
    Ciao fatina.

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    Risposte
    1. E' vero.
      Ma ogni tanto rileggo la poesia di Alda Merini e me ne sto a riflettere un po' ...

      "Ho solo bisogno di silenzio, tanto ho parlato troppo è arrivato il tempo di tacere, di raccogliere i pensieri allegri, tristi, dolci, amari, ce ne sono tanti dentro ognuno di noi. Gli amici veri, pochi, uno? Sanno ascoltare anche il silenzio, sanno aspettare, capire. Chi di parole da me ne ha avute tante e non ne vuole più, ha bisogno, come me, di silenzio."

      Ciao Amica mia.

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